Dispensa etnico Tunisia

Il tempo dei fiori

La città dove sono cresciuta si chiama Nabeul in francese, ma noi diciamo Nebel. Si trova nel nord della Tunisia, a circa un ora dalla capitale Tunisi dove sono nata.

E situata nel Cap Bon, Capo Bon per gli Italiani: una penisola che si affaccia sul Mediterraneo, a 73 chilometri in linea d’aria da Pantelleria. I geologi ritengono che migliaia di anni fa fosse collegata alla Sicilia fungendo in  questo modo da ponte tra Africa e Europa. 

La posizione geografica fa si che Nabeul è famosa per le sue terre fertili: vigne, olivi, pomodori, e varie spezie oltre ai famosi agrumi.

Nabeul è conosciuta inoltre per una tradizione in particolare: quella della distillazione.

Infatti rare sono le case che non dispongono del proprio distillatore, grande o piccolo a seconda delle necessità e dei mezzi.

Pure la mia mamma che veniva da Tunisi si era adattata comprandone uno e facendo sua quest’arte…

Ogni primavera, il famoso distillatore veniva tirato fuori dal suo nascondino e montato per sostituire l’enorme tavolo di lavoro nell’atelier di papà.

Le vie centrali della città si riempono di “mucchi” di rose rosa, fiori d’arancio e e grandi mazzi di geranio. E un profumo tipico sale nell’aria annunciando la primavera.

Dico mucchi per il fatto che l’unità di misura per comprare rose e fiori d’arancia è quella.

Si compra un mucchio o due o di più… Infatti si sentono spesso frasi del tipo : “quest’anno il mucchio costa tot” o “il mucchio fa una bottiglia e una damigiana”


E anche l’aria in casa cambia…

Mi ricordo quel profumo particolare al mio rientro di scuola, nei giorni di distillazione… era quasi fastidioso talmente era intenso…

Tutto il rituale durava un paio di giorni, a seconda della quantità da distillare… Solitamente si prepara quanto basta di acqua di rose, geranio e fior d’arancio per arrivare fino alla prossima primavera.

Tradizionalmente il prezioso liquido si conserva dentro damigiane e o bottiglie.

Queste damigiane si chiamano in Tunisino “Feshka” il che rimanda direttamente alla parola italiana Fiasco. Non si tratta di una coincidenza ma di uno dei tanto indizi sulla lunga storia di coabitazione con Italiani in diverse città tunisine nel passato. Nabeul è una di queste città.

Ti starai chiedendo che cosa ce ne facciamo di queste essenze..

Ebbene ci sono tanti usi che spazzano da quello culinario a quello medicinale passando da quello estetico e scaramantico…

Te ne parlerò in un futuro post, promesso!

Ora se ti capita di andare a Nabeul in primavera non ti stupire della vista dei fiori per strada … ormai sai il perché.

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