Tunisia

RAMADAN, parte I

Ogni volta che si parla del mese di Ramadan noto che esistono tante “leggende” a riguardo.Tanti concetti sbagliati partendo dal nome pronunciato spesso erroneamente Ramadam… 

E siccome questo mese è iniziato un paio di gioni fa, mi sono detta perché non elencare qualche fatto in modo che chi è interessato possa capirne un po di più … 

Che cosa significa Ramadan?

Qualcuno scherzosamente mi ha chiesto come mai Ramadan e non Ramadam… Era ovviamente per ridere ma ne approfitto per spiegare il significato della parola. 

 Ramadan è il nono mese del calendario islamico.

Si parla di calendario islamico perche inizia con il viaggio di Maometto dalla mecca alla Medina. 

Inomi dei mesi invece sono precedenti all’islam stesso.

Quando i mesi furono nominati, furono scelti nomi ispirati alle stagioni nella quale cascavano.  (Trattandosi di un calendario lunare, il periodo si sposta di poco meno di due settimane e di conseguenza non casca sempre nella stessa stagione)

La parola Ramadan è la versione europeizzata, in arabo si dice Ramathan (th come nella parola the inglese).

Il significato è legato alla parola “ramath” che significa il caldo estremo, o la pietra che diventa ardente dal caldo.

Perche proprio Ramadan e non un altro mese?

Nel mese di Ramadan e particolarmente nella ventisettesima notte (chiamata anche notte del destino) il profeta Maometto iniziò a ricevere le parole di Allah per mezzo dell’arcangelo Gabriele.

Per questa ragione Ramadan è considerato un mese santo carico di benedizioni per tutti coloro che condividono la fede islamica.

Perché digiunare?

Il digiuno durante il mese di Ramadan è una delle 5 regole chiamate pilastri della religione Islamica.

Le altre quattro sono:

  • la professione di fede 
  • la preghiera 
  • l’elemosina 
  • il pellegrinaggio alla Mecca per chi se lo può permettere.

Bisogna dire però che il digiuno religioso come concetto è precedente all’islam. Esso esiste infatti sia nella religione ebraica , che in quella cristiana e anche in quella pagana, cambiano soltanto la durata e i dettagli. L’intento dietro è di purificare se stessi corpo e anima. 

Un ulteriore ragione è quella di fare provare a chi digiuna ciò che vive quotidianamente chi non  può  nutrirsi in modo regolare. Immedesimarsi in quelle persone dovrebbe rendere più caritatevoli e tolleranti verso di loro.

Basta non bere e non mangiare?

Spesso si pensa che per rispettare il Ramadan bisogna soltanto non bere ne mangiare tra l’alba e il tramonto, quello però è soltanto una parte del digiuno. 

Bisogna anche purificare se stessi dai pensieri impuri, astenersi dal sesso durante il giorno e vivere il mese in generale come un periodo spirituale e di avvicinamento a dio. Nella religione musulmana infatti si crede che durante tale mese le porte dell’inferno sono chiuse e quelle del paradiso sono aperte.

Chi digiuna?

Il digiuno si impone a chi raggiunge la maturità sessuale, perciò intorno ai 12 o 13 anni, a seconda del proprio sviluppo fisico.

Ci sono pero scusanti che permettono di essere esenti:

  • La donna durante il ciclo, a condizione di digiunare quei giorni più avanti (dopo Ramadan).
  • Le persone malate nel caso il  digiuno arrecasse ulteriori danni alla salute.
  • Le persone che prendono medicinali e che non possono rimandare alla sera.
  • Gli anziani il cui stato fisico non permette il digiuno.
  • Chi fa un lavoro duro e di conseguenza si farebbe male digiunando.
  • chi deve fare un lungo e faticoso viaggio

Quanto è difficile?

è una questione molto relativa.

In parte dipende dalla stagione nella quale casca il Ramadan. D’inverno le giornate sono molto corte e passano più velocemente. Invece in estate le ora tra alba e tramonto sono tante e il caldo fa si che la sete sia il problema più grande.

Da tunisina vivendo all’estero posso dire però che esiste anche un fattore psicologico. Se sei in una casa con tutta la famiglia che digiuna, la compagnia aiuta a sopportare fame e sete. Da soli manca tutta la parte rituale e vedere intorno a se gente che mangia non aiuta…

Un’altra tradizione legata al digiuno e che aiuta a reggere le ore a stomaco vuoto è quello che chiamiamo in Tunisia “s-hur” .

Poco prima dell’alba ci si sveglia per mangiare un ultima volta, e spesso si mangia qualcosa di dolce. Il più delle volte con frutta secca il che come ben si sà da energia almeno per qualche ora.

Inoltre gli orari cambiano, la scuola chiude prima, idem gli uffici… alle 4 circa sono tutti a casa… unica eroina che continua a lavorare fino all’ultimo è la mamma o moglie che cucina varie pietanze per la ricca tavola del Ramadan…

Nostalgia…

Mi ricordo che da bambina non vedevo l’ora di digiunare. Avrebbe significato essere grande anche io, come mamma, papà e nonna… Un po come quando si vuole fare tutto come i propri genitori…

Per la mia mamma però era impensabile lasciare la sua figlia a stomaco vuoto tutto il giorno. Per questa ragione Ommi (la mia nonna) aveva una bellissima tradizione: Mi veniva dato il permesso di digiunare  mezza giornata. Ogni due giorni poi la nonna prendeva ago e filo e cuciva simbolicamente le due mezze giornate insieme in modo che io abbia la mia giornata intera digiunata come un adulto. Quanto mi mancano quei gesti d’amore vestiti di tradizione, quella mano tatuata e piena di rughe che saliva e scendeva cucendo lentamente mentre la seguivo in silenzo con gli occhi, non vedendo l’ora che finisse per avere la mia giornata… una pedagogia antica e che funzionava alla perfezione…

Voilà, spero di aver risposto alla maggior parte delle curiosità riguardo questo mese. In un futuro post poi ti parlerò di qualche altra tradizione legata ad esso…

14 comments

  1. Grazie perchè è sempre interessante conoscere qualcosa di più delle altre culture.
    Io sapevo qualche pezzo di quello che racconti, ma leggere è stato molto esaustivo. (Ad esempio non sapevo del calendario lunare).
    Molto belli anche i tuoi ricordi che sono sempre il valore aggiunto di ogni racconto.

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    1. Grazie Elisabetta, infatti parlando con le persone noto spesso che quasi tutti sanno del digiuni ma nie te di più… Conoscere altre cultura aiuta a capire e farsi capire dagli altri😘

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  2. Un post meraviglioso che ho letto con molto interesse. Sono molto affascinata da traduzioni e culture così diverse dalle nostre anche se ci divide sono un pezzo di mare. Ho imparato molto, grazie.

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  3. Bellissimo post, soprattutto la parte dei tuoi ricordi di bimba:) Io non sono religiosa, ragione per cui guardo alle ricorrenze e ai rituali religiosi più dal punto di vista culturale che da quello spirituale e trovo il simbolismo del Ramadan stupendo.

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    1. Non sono religiosa nemmeno io… sono da sempre stata affascinata dalla parte sociale, culturale e simbolica … in fondo, crescendo quello che rimane sono quei valori aldilà del credo…

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  4. Bellissimo post, davvero molto interessante e completo. Io stessa avevo molte domande sul Ramadam, anzi Ramadan! E’ bello capire e conoscere meglio un’altra religione, sapere anche da dove nascono certe pratiche.. specialmente perchè aiuta meglio a capire le tradizioni e la cultura di un popolo.

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  5. Bellissimo post, davvero molto interessante e completo. Io stessa avevo molte domande sul Ramadam, anzi Ramadan! E’ bello capire e conoscere meglio un’altra religione, sapere anche da dove nascono certe pratiche.. specialmente perchè aiuta meglio a capire le tradizioni e la cultura di un popolo.

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  6. Molto interessante!!! E mi piace davvero tanto la scelta delle immagini che rendono il testo ancora più scorrevole! Davvero uno spaccato carino su una tradizione poco conosciuta o male interpretata nel mondo nord occidentale. Grazie!

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